Borne

«Con Borne , VanderMeer prosegue la sua indagine sulla grazia malevola del mondo: ed è una meraviglia totale». Colson Whitehead «Il talento di VanderMeer sa guidarci in un mondo che ricorda La strada ». «Kirkus»
In una città del futuro in rovina e senza nome, una donna di nome Rachel, che si guadagna da vivere come spazzina, trova una creatura che chiama "Borne" impigliata nella pelliccia di Mord, un orso gigantesco e dispotico. Mord un tempo si aggirava per i corridoi dell'organizzazione biotecnologica nota come la Compagnia, che si trova alla periferia della città, finché non è stato sottoposto a esperimenti, è diventato grande, ha imparato a volare e si è liberato. Reso folle dalle torture subite presso la Compagnia, Mord terrorizza la città anche se fornisce nutrimento a spazzini come Rachel.
All'inizio, Borne non sembra affatto un oggetto, solo un grumo verde che potrebbe essere uno scarto della Compagnia. Si dice che la Compagnia, benché gravemente danneggiata, produca ancora creature e le invii in luoghi lontani che non hanno ancora subito il Crollo.
Borne ricorda in qualche modo a Rachel la nazione insulare in cui è nata, ormai persa da tempo a causa dell'innalzamento dei mari. Prova un attaccamento che non sopporta; gli attaccamenti sono trappole e in questo mondo ogni debolezza può uccidere. Eppure, quando porta Borne nel suo rifugio sotterraneo, le Scogliere del Balcone, Rachel convince il suo amante, Wick, a non ridurre Borne a materiale genetico grezzo per le droghe che vende: non può spezzare quel legame.